
Con “Educational Alliances” propongo attività e servizi in un’ottica di alleanza educativa, che favorisca l’inserimento delle attività che conduco all’interno di una rete educativa più ampia e facilitando l’alleanza educativa principale, quella con la persona stessa, preparando i presupposti di una sua partecipazione consapevole e collaborativa.
Fare rete, coordinarsi, cooperare in modo multidisciplinare e trasversale… Nella relazione educativa è importante tener presente di essere parte di un ingranaggio più ampio. Una volta che questo punto è chiaro nella testa dell’educatore, la sua azione educativa può essere orientata e preparata ad interfacciarsi in modo positivo con altre realtà esistenti; persone, professioni, gruppi sociali e istituzioni, ad esempio. Mettendo sempre la persona al centro.
Sappiamo che i luoghi della formazione vivono un periodo di crisi e possono a volte rivelare un’inadeguatezza della loro azione perché trovano difficoltà nella lettura dei mutamenti socio culturali contemporanei e nel conseguente cambiamento della propria azione. Mutamenti, questi, che si presentano con i caratteri – per dirla con Zygmunt Bauman – della «modernità liquida» in cui si confondono i tratti distintivi del passato, e risulta più difficile orientarsi e trovare punti comuni di riferimento.
Se parliamo di scuola, famiglia, aggregazioni giovanili, ma anche di team ed equipe lavorative, la situazione attuale fotografa una fase di stallo in cui si cerca di ricalibrarsi, di trovare nuovi equilibri e nuovi o diversi filtri con cui leggere e comprendere meglio tutti questi cambiamenti.
Questa esigenza di trovare punti di riferimento pone il rischio di un ripiegamento sui propri tratti caratteristici, a volte anche un po’ narcisistico, alla ricerca di una nicchia rassicurante che tuttavia potrebbe isolare da una dimensione educativa comunitaria, mentre invece può essere l’opportunità per creare nuove comunità, e nuove reti, per riuscire a ripensare se stessi, a cogliere e liberare la ricchezza di potenzialità legate alle differenti specificità di azione mettendole in rete e armonizzando saperi, metodi e azioni per il raggiungimento degli obiettivi educativi.
Gli equilibri mutano, i punti di riferimento della società e della cultura anche, ma la persona rimane tale. E alla persona guarda l’azione educativa nelle sue diverse forme.
È essenziale, pertanto, il rafforzamento della dimensione di comunità educante, lo scambio di informazioni e percorsi condivisi, che ognuno, secondo le proprie modalità e funzioni, realizza nel momento in cui entra in contatto con la persona.
Da qui nasce l’esigenza di una visione d’insieme più ampia. È importante ripensare alle relazioni tra le istituzioni educative e tra le figure professionali, non basate su forme di semplici tolleranze reciproche, ma come modalità ordinaria di un rapporto educativo integrato.
Vanno create quindi reti e “alleanze” educative in cui valorizzare le funzioni e gli apporti che ciascuno può dare, in modo da raccordare unitariamente l’educazione formale, informale e non formale. L’integrazione coerente delle esperienze che ciascun soggetto può realizzare nei diversi ambienti e contesti può contribuire a promuovere la formazione di personalità libere, autonome, responsabili.
Marco Fiamin